domenica 27 novembre 2011

La fenice Italia

“Governo tecnico”, “governo di transizione”, “governo provvisorio”, …
Sono tutte espressioni che definiscono l’attuale situazione legislativa italiana.
Un nuovo governo, in parole povere, che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato costretto a convocare in tutta fretta, in seguito al rapido declino della situazione politica del Paese.
L’Italia dalle “uova d’oro” non esiste, non perché queste uova non ci siano più, ma perché qualche galletto dispettoso ha deciso di nasconderle.
Concessami la metafora, ora è tempo di far rinascere il Bel Paese!
A questo sta già lavorando il Professor Mario Monti che, nominato Presidente del Consiglio, ha subito disposto una compagine di super uomini e donne pronti a salvare la nostra Nazione.
Un governo costituito da 16 su 17 docenti universitari, tra cui anche i rettori di alcune tra le più importanti università italiane. Molti dei nuovi ministri, inoltre, hanno Curriculum così articolati che per spazio e tempo è difficile riportare.
In data 16 Novembre 2011 l’Italia scorge nuovi orizzonti nelle figure di:
Ministro dell'Economia e delle Finanze: Mario Monti
Ministro della Difesa: Giampaolo Di Paola
Ministro dell'Interno: Anna Maria Cancellieri
Ministro della Giustizia: Paola Severino
Ministro degli Esteri: Giulio Terzi di Sant'Agata
Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, con delega alle Pari Opportunità: Elsa Fornero
Ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti: Corrado Passera
Ministro delle Politiche agricole e forestali: Mario Catania
Ministro della Sanità: Renato Balduzzi
Ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio: Corrado Clini
Ministro dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca: Francesco Profumo
Ministro per i Beni e le Attività culturali: Lorenzo Ornaghi
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Antonio Catricalà
Ministri senza portafoglio:
Affari Europei: Enzo Moavero Milanesi
Turismo e sport: Piero Gnudi
Coesione territoriale: Fabrizio Barca Rapporti
Parlamento: Piero Giarda
Cooperazione Internazionale e Integrazione: Andrea Riccardi.
Questi sono i nomi in cui adesso spera la gente comune (senza per altro essere stata interpellata), affidandosi ai lunghi anni di studio ed esperienza dei nuovi “tecnici” del governo, col desiderio che tutta questa cultura sia messa in pratica a partire da subito.
L’Europa, infatti, ci chiede riforme immediate e denuncia il crollo dell’Euro al crollo dell’economia italiana. La Germania e la Francia si sono viste costrette quindi ad appoggiare il nuovo Governo italiano, auspicando anche ad un risanamento dei rapporti che bruscamente si sono inclinati con il tracollo del precedente governo.
Le priorità promosse dal Presidente Monti in sede europea “sono quelle giuste”, come ha affermato il Commissario dell’UE agli Affari Economici, Olli Rehn. “Lo appoggio pienamente, siamo partner e lavoreremo insieme” ha comunicato. I vertici di Bruxelles e Strasburgo, che si sono tenuti questa settimana, hanno insomma evidenziato che il problema della crisi esiste e che, purtroppo, non è solo italiano. Il cuore della moneta unica rischia dunque d’essere attaccato. Nessuna nazione può sentirsi economicamente sicura.
Adesso non ci resta che aspettare il “pacchetto” anticrisi che, secondo il neo Presidente Monti, risolverà il problema. “Pacchetto” che, tuttavia, non giungerà a piena attuazione prima di metà dicembre, come dichiara lo stesso Premier.
Nella speranza, lo auguriamo ovviamente, che questo pacchetto arrivi nelle case degli italiani più come un dono natalizio che come un aggiuntivo sacco di carbone.

Valeria

Non aver paura di innamorarsi troppo

Francia/1988

Una donna sul suo diario:

Doveva esserci il mare.
Era una casa carina.
Bianca e colorata.
La mia stanza chiara, pulita, luminosa.
Ad una certa ora, musica.
Mai la stessa.
Restavo distesa sul letto ad ascoltarla.
Era blues e jazz.
Era Cuba e Paris.
Era la colonna sonora della mia vita.
Aspettavo qualcosa.
Aspettavo di vivere.
Poi quel giorno arrivò.


Francia/10 anni prima

Fumava una sigaretta quando un giorno, bussarono tre volte alla porta.
Louis entrò nella sua vita con un semplice:
-Salve, sono Louis. Disturbo?
Aveva uno strano accento francese.
Sorrise. C’era il mondo nel suo sorriso.
Portava dei pantaloni marroni, una camicia strapazzata e una bretella.
Teneva una valigia dalla forma strana con la mano sinistra e un cappello con la destra.
Fece un inchino. Non elegante, divertente.
La guardò negli occhi e disse:
-Questi sono per te; e dal cappello che teneva nella mano destra, sbocciarono dei fiori.
Così, meravigliosamente belli e profumati.
Louis andava spesso ai concerti della ragazza.
Giulia era la ragazza che suonava il sax e faceva concerti in un piano bar.
Louis era il ventenne figlio del proprietario del piano bar, perdutamente invaghito di Giulia.
Forse per la sorpresa dei fiori, o per il suo viso ingenuo, Giulia accettò di fare una passeggiata con Louis.
Gli disse che non lo avrebbe fatto aspettare. E mentre si vestiva nella toilette, Louis trovò sul tavolo lacci di scarpe, una scatola blu, un ombrello rosa e un libro.
Dopo pochi minuti eccola davanti a lui. La guardò. Lei arrossì.
Quando scesero i gradini, e il portone veniva chiuso alle loro spalle, una folata di vento le scompigliò i lunghi capelli neri.
Un altro sguardo, un altro sorriso e a Louis mancò il respiro.
Aveva deciso che l’avrebbe portata in un posto speciale. Il “The midnight”.
Luci soffuse e tavolini rotondi.
Ad un certo punto un uomo prendendo il microfono disse:
-Ladies and gentlemen, prego un po’ d’attenzione. È ormai tradizione che in questo locale ogni domenica, ci siano dei giovani coraggiosi e innamorati che vogliono dichiararsi pubblicamente. Salite! Questo è il vostro momento!
Un sonoro applauso si estese in tutto il locale. Uno dopo l’altro salirono sul palchetto.
Un ragazzo cantò una canzone d’amore, la stonò tutta.
Un altro si mise in ginocchio e pianse mentre chiedeva alla sua fidanzata di sposarlo.
Poi, pochi minuti di pausa, perché un atletico signore d’ottant’anni voleva cantare una canzone a tutti i costi, solo che il giorno degli anziani è il mercoledì. Alla fine salì sul palco e cantò.
Anche se non conosceva nessuno, Giulia era felice per quelle persone. E tutto il locale si divertiva.
Mentre le esibizioni andarono avanti, lei e Louis parlarono tra loro.
Giulia era nata e cresciuta in Francia, ma sua madre la chiamò così perché innamorata della tragedia Shakespeariana “Giulietta e Romeo”.
Mentre Louis, che era nato in Italia, aveva un nome francese, e non aveva la più pallida idea del perché.
Vuoi per i bicchieri di vino bianco, vuoi che per quella ragazza avrebbe fatto di tutto, anche Louis salì sul palco.
Cantò l’ultimo brano di Battisti. Dopo poche parole fu accompagnato da tutti i presenti. E lui, non era niente male.
Uscirono che era mezzanotte passata.
Camminando arrivarono al quartiere italiano. La strada principale era per Louis la via dell’ispirazione. Poco altro lo affascinava come quella via, a parte lei, disse sorridendo.
Le luci, i colori, tutto era magia. Al mattino la strada affollava dei sorrisi della gente. Persone sempre pronte a raccontarti la loro vita. I loro occhi, spiegava Louis, riflettevano la speranza di essere accettati in un paese che non è il loro, e la malinconia di una terra amata.
Camminarono tanto quella notte, e quando fu il momento, si baciarono sotto la luce di un vecchio lampione. Un bacio dolce lento caldo.


Italia/1998

Una donna al marito:
-Sai caro, non te l’ho mai detto, ma quella sera ti baciai, perché avevi scelto la canzone giusta.
Lui le diede un bacio dolce lento caldo.

Martina

Strumenti d'artista

Credit photo: Anna

Alluvione in provincia di Messina (mercoledì, 23 novembre)

Respiro profondo


“Chi agisce è sempre senza coscienza”
J.W.Goethe

La frase, appartenente ad uno dei maggiori filosofi, politici e scrittori di tutti i tempi, è tratta dall’opera Il principio di responsabilità dell’autore tedesco Hans Jonas.
L’opera propone una profonda riflessione sull’atteggiamento etico dell’uomo tra “antichità” e “modernità”, sul cambiamento che la società ha realizzato con lo sviluppo della tecnologia.
L’agire umano deve prendere avvio dalla consapevolezza che nulla di ciò che è compiuto ha carattere di “reversibilità”, nel senso che, svolgendo un’attività, l’uomo opera in modo indissolubile sul mondo (inteso come insieme di relazioni individuo-ambiente).
La sua azione, quindi, coinvolge inevitabilmente il prossimo e ciò lo impone ad assumere come riflessione sull’azione anche l’elemento della colpa.
Egli deve agire solo nel caso in cui è pronto ad assumersi le responsabilità che la sua azione comporta.
E’ proprio questo il significato intrinseco dell’espressione goetheriana: essere liberi dalla paura di poter arrecare un danno o uno svantaggio a chi ci circonda.

Valeria

Ma che bontà!


Credit video: Fausto e Anna 

Mr Gwyn lo scrittore Mr Gwyn il copista

Alessandro Baricco ha pubblicato un altro libro, un altro romanzo, un’altra storia. E come sempre è perfetta.
Baricco è un po’ come Quentin Tarantino: o lo detesti o lo adori. 
Le pagine di questo romanzo sono attraversate da personaggi strani, interessanti e ambigui.
Primo tra tutti, lo stesso protagonista, Mr Gwyn. Uno scrittore di discreto successo che, ad un certo punto della sua vita, pubblica un articolo sulle cinquantadue cose che si è ripromesso di non fare mai più. La numero cinquantadue, è non scrivere più libri. Così, affascinato dai ritratti esposti in una galleria, decide di fare il copista. Vuole scrivere ritratti, non dipingerli, scriverli. Se vi sembra strano o non capite, tranquilli, neanche lui sa cosa significhi. Neanche lui sa cosa aspettarsi. Ma si prepara tanto e con precisione per farlo.
Mr Gwyn è un uomo che dimentica numeri di telefono scritti sulla tenda delle docce d’albergo. È l’amico lontano ma mai perduto. È l’uomo che ti fa desiderare la sua presenza fisica ed emotiva insieme.
Mr Gwyn ci spiega che non esistono personaggi ma storie. Tutto è una storia. Tutto ci rappresenta.
Avrete l’onore, perché è sempre un piacere, di incontrare personaggi difficili da dimenticare. Come una slovena che studia in Spagna la storia di una nobildonna italiana, una ragazza dal viso bellissimo ma grassa, una signora anziana con un foulard impermeabile in testa, un uomo che costruisce lampadine, un altro che ricorda a memoria una quantità indefinibile di libri e via così fino ad arrivare alla fine.
Leggendo, vi domanderete: cosa spinge Mr Gwyn a smettere di scrivere? Perché mai una donna vuole dimenticare se stessa? Perché quella certa precisione di gesti? Perché non affrontare le proprie tristezze? Perché si ha la sensazione di essere in ritardo di anni? E perché un uomo dovrebbe dare ai suoi cani nomi di pianisti celebri?
Chiudendo il libro, forse vi accorgerete che anche voi un po’, nel profondo, provate qualcosa per Mr Gwyn, “non è che gli vogliate proprio bene, ma qualcosa del genere”.

Martina

Vent’anni dopo è ancora gloria

A vent’anni dalla sua morte, il mondo intero lo ricorda.
Indelebile nella memoria di tutti, Freddie Mercury, fondatore e frontman dei Queen, rock band britannica dai più considerata come la band più grande della storia della musica.
L’eclettico cantante morì di AIDS a soli 45 anni nella sua casa di Londra, il 24 novembre del 1991, il giorno dopo la pubblica confessione del suo grave stato di salute causato dal virus dell’HIV.
La morte di Mercury ha decretato anche la fine della band. Conseguenza comprensibile, dato che l’artista era capace di intrattenere milioni e milioni di spettatori grazie alla sua teatralità e al suo istrionismo. Infatti, la band è ricordata anche per essere la miglior live-band della storia. Epocale l’esibizione del 1985 al Live Aid, la migliore di tutto l’evento, che vide il gruppo esibirsi allo stadio di Wembley, Londra, davanti a 72.000 persone.
Il suo carisma coinvolgente, accompagnato da una dose non indifferente di sensibilità, lo hanno reso uno dei migliori e influenti artisti nella storia del rock.
Ma non bisogna dimenticare che Mercury è stato grande anche dal punto di vista prettamente canoro, grazie alle sue grandiose doti. Il cantante, infatti, riusciva a passare tranquillamente da ruggiti gutturali ad acuti cristallini.
Nonostante ciò, anche se in questi giorni l’artista è stato ricordato in tutto il mondo, duole pensare che nella sua patria d’origine, la Tanzania (per chi ancora non lo sapesse, Freddie Mercury nacque a Stone Town il 5 settembre del 1946) di lui non si faccia menzione, per riprovevoli questioni legate alla sua sessualità.
Meno male che la musica riesce ad andare ben oltre questi insulsi pregiudizi e che personalità del calibro di Farrokh Bulsara alias Freddie Mercury non ci lasceranno mai perchè hanno lasciato al mondo una traccia indelebile della loro presenza.
Anna

L'ultimo addio a Harry Potter


Con la recente uscita in DVD dell’ultimo film della saga, Harry Potter e i Doni della morte – Parte II, sembra proprio che il viaggio del maghetto si sia concluso. 
Il 15 novembre, infatti, il DVD/Bluray dell’ultimo epico capitolo della storia, scaturita dalla penna della scrittrice inglese Joanne Rowling (affettuosamente chiamata, dai milioni di fan sparsi in tutto il mondo, Zia Row), è arrivato sugli scaffali italiani.
Il successo che ha avuto la saga dal 1997, data della prima pubblicazione del manoscritto Harry Potter e la Pietra filosofale, ad oggi, è indiscusso. I numeri parlano chiaro: i sette libri hanno venduto quasi 500 milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in più di 64 lingue. La saga cinematografica è, invece, la più produttiva della storia, con quasi 7 miliardi di dollari d’incasso, superando i sei film di Star Wars e i ventidue di James Bond.
Per alleviare la fine della saga ai fan, ad ottobre è stato lanciato il sito web Pottermore, dedicato alla condivisione di nuove informazioni che la Rowling ha deciso di mettere a disposizione sul mondo di Harry Potter e a vivere un'esperienza di lettura interattiva on line, utile anche ad unire le nuove generazioni, e quelle che ancora verranno, a tutti quelli che già sono stati conquistati dal mondo della magia di Harry Potter.

Anna

27 novembre

Accadde oggi:
nel 1875 Alfred Nobel realizza un testamento nel quale istituisce i riconoscimenti che hanno dato vita ai moderni premi Nobel. Spaventato dalla portata delle proprie scoperte, tra le più famose la dinamite, fonda il premio nella speranza che l’uomo non perda mai l’istinto e lo stimolo necessari a vivere rispettabilmente.

nel 1922 la tomba di Tutankhamon viene aperta e “violata” da Howard Carter e Lord Carnarvon  permettendo così di scoprire il vero volto del faraone e dando inizio a una serie di morti misteriose fra coloro che l’hanno ritrovata.

nel 1972 la sonda Mars 2 raggiunge Marte dopo 6 mesi dal suo lancio, fornendo immagini e campioni del pianeta.

nel 1942 nasce Jimi Hendrix, “la chitarra che fece la storia del rock”, segnando per sempre la musica e la memoria di chi era a Woodstock e ci ha lasciato il cuore.

Accade oggi:
- Giornata Mondiale della Colletta Alimentare: i volontari della fondazione Onlus invitano oltre 8.600 supermercati a donare alimenti a lunga conservazione da distribuire alle comunità di solidarietà.
- Giornata nazionale dell’albero: ora che si avvicina Natale sarebbe bene riflettere sull’impatto ambientale del comprare un albero finto (che impiega 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente) o sradicarne uno vero (che poi verrebbe buttato da qualche parte e mai rimpiazzato). Si può essere eco sostenibili facendo il presepe, quale occasione migliore?
- 3° giornata mondiale della malattia di Parkinson, la più comune malattia del sistema nervoso, esposta da James Parkinson in un libretto intitolato Trattato sulla paralisiagitante pubblicato nel 1817.
- Nasce a Roma il movimento "Ecologisti e Reti Civiche - Verdi europei" il cui programma si trova all’indirizzo: http://www.ecologistiecivici.it/programma.html.
Isabella

Ándale! Ándale!

Il “Pollo alla tequila” è uno tra i piatti più indicati quando si ha voglia di trascorrere una bella serata in compagnia. Il gusto è intenso, speziato, e il piatto gode di un forte impatto scenografico, tipicamente messicano!
Il pollo, grazie alla colonizzazione dei conquistadores spagnoli, è oggi una delle principali pietanze della cucina tipica del centro America. La tequila invece è un prodotto che, anche nelle sue origini, racconta la storia del Messico; è, infatti, il distillato dell’agave verde della località di Tequila.
Da due ingredienti tanto elogiati non può che derivare una ricetta dalla bontà unica!

INGREDIENTI (x 4 persone):
PETTO DI POLLO: 8 fettine
PANNA DA CUCINA: 2 confezioni
TEQUILA: 2 bicchieri
SPEZIE: quanto basta
SALE: quanto basta
ROSMARINO: quanto basta

PREPARAZIONE:

Tagliare il pollo a cubetti di media grandezza e farlo macerare in una ciotola con un bicchiere di tequila per circa 30 min.
Scolare il pollo, mettere da parte la tequila e cuocere i cubetti a fuoco lento facendo attenzione che non si attacchino.
In una ciotola versare la tequila conservata aggiungendo anche il secondo bicchiere, poi la panna e le spezie. Mescolare e aggiungere il tutto al pollo già sul fuoco. Lasciare cuocere ancora per circa 5-10 minuti, fino a far restringere la salsa.

IL TOCCO DELLO CHEF:

Servire il pollo con delle tortillas accompagnate da salsa guacamole (facilmente reperibile nei supermercati) e verdure miste.
Bueno apetito!

Valeria

Stop alle gaffe da ubriachi!

“In vino veritas” affermavano i latini. E non avevano affatto torto.
Quante volte vi è capitato di sbottonarvi più di quanto non avreste mai fatto da sobri per colpa di un bicchierino di troppo?
E quante volte avete mandato degli SMS inopportuni perché eravate un po’ brilli?
Perché si sa che l’alcol rende più disinibiti e, soprattutto, sinceri. E spesso con inusitata audacia vengono confessati i sentimenti più reconditi. Da amori finora cautamente tenuti segreti, a rabbia e rancori che non vedevano l’ora di uscire fuori allo scoperto.
Quindi, chi non si è già trovato a rimpiangere amaramente un messaggio, tanto brillante e convincente sul momento, quanto crudelmente patetico l’indomani, inviato al termine di una serata ad alto tasso alcolico?
Per impedirvi di commettere ancora l’irreparabile, Google lancia il suo test etilico; gli utenti della casella postale di Gmail impostata in inglese possono scegliere l’opzione “fine serata”, che  permette di inviare la mail solo se si risolvono cinque semplici operazioni matematiche in meno di 60 secondi. Se non superate la prova dovrete rimandare la vostra corrispondenza telematica al giorno dopo.
Ma non abbassate la guardia: non c’è ancora una soluzione per gli SMS!

Anna

domenica 20 novembre 2011

Rito mattutino

Credit video: Fausto e Anna 

Il ritorno di Fiorello

Era un successo preannunciato, ma il debutto del nuovo show televisivo di Fiorello, andato in onda lunedì 14 novembre, ha davvero lasciato tutti a bocca aperta.
“#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend”, nome che sembra un twit (di cui Fiorello sembra essere diventato davvero avvezzo), ed è preso in prestito da uno degli ultimi successi dell’amico Jovanotti, ha fatto il pieno d’ascolti, raggiungendo il 39% di share, surclassando così il Grande Fratello 12, in onda su Canale 5, che ha conseguito solo il 16%. 
I quasi 10 milioni di telespettatori italiani che hanno scelto il Varietà (sì, con la “V” maiuscola) hanno potuto godere di uno spettacolo davvero unico.
La musica è stata in primo piano per tutta la serata: Fiorello ha reso omaggio ai grandi (Sinatra, Carosone e Sting) e ha giocato, ricordando un suo vecchio singolo sanremese, Finalmente tu, con una ventina di suoi cloni.
Gli ospiti più attesi della prima puntata sono stati, infatti, i Negramaro e Giorgia, che non hanno deluso con le loro performance.
Ma le gag comiche non sono state da meno. Insieme a Marco Baldini, da anni sua spalla, Fiorello ha divertito il pubblico con novità, come la coppia Morgano e Ariso, parodia di X Factor, e con personaggi che ormai fanno parte del suo repertorio, applauditissima la Première dame, Carla Bruni.
Sul palco è salito anche il numero uno del tennis mondiale, Novak Djokovic, con cui Fiore ha improvvisato una sfida di tennis con padelle al posto delle racchette.
Ma in uno show che sa di ricercatezze anni ’50, non è mancata l’attualità.
Fiorello ironizza sugli adolescenti d’oggi, scherza con i personaggi famosi presenti in sala, ammicca al direttore di Rai Uno, Mazza e, anche se aveva promesso che non ce ne sarebbe stata, fa satira politica: «Le dimissioni più grandi durante il week end, hanno aspettato noi. Ad Arcore, ci sono le bandane a mezz’asta». Così ha commentato le dimissioni di Berlusconi.
Un grande show, che mancava dal 2004, con Stasera pago io. Revolution
E, come a dare l'idea di continuità, lo spettacolo è cominciato proprio mostrando le immagini di allora: Fiore che esce dal Teatro delle Vittorie e se ne va in taxi. E sul taxi prosegue il suo viaggio fino a Cinecittà, allo storico Teatro 5 (quello di Fellini), dove il mattatore siciliano esordisce con un «Allegria!» pieno d’affetto. Lo aveva promesso: dopo la morte di Mike, avrebbe cominciato così tutti i suoi show.
Tre ore di spettacolo che hanno ribadito la sua presenza scenica e hanno fatto rivivere fino alla fine il vero Varietà di una volta, con Giorgia come protagonista della sigla finale Se telefonando in bianco e nero, a riprova che Fiorello vuol proprio andare controcorrente e puntare su un varietà retrò.
Cos’altro aggiungere? Sembra proprio che adesso ogni fine settimana gli italiani aspetteranno con ansia il tanto odiato lunedì.


Anna

Il Giuramento del Governo Monti (mercoledì, 16 novembre)

La canzone di Maria

Credo nel c’era una volta e nel “vissero felici e contenti”.
Credo alle canzoni d’amore e alle poesie, alle dichiarazioni e alle promesse.
Credo ai piccoli gesti, alla carezza di un fiore, al sapore di ogni suo bacio.
Credo nell’amore più di ogni altra cosa.

Credo nella corsa in bici di un ragazzo che pedala affannato per raggiungere la sua promessa sposa.
È un giorno d’aprile del 1954. Il sole splende sulla campagna siciliana.
Maria stende i panni e pensa al suo fidanzamento combinato due mesi prima. Le famiglie sono d’accordo, perché non dovrebbe esserlo lei, si chiede.
Ad un tratto sente il rumore di una bicicletta. Eccolo che arriva, è lui.
Maria non sa bene cosa aspettarsi da questo matrimonio, non lo conosce molto, ma col tempo imparerà ad amarlo. Così le hanno detto.
Tutto sudaticcio e imbarazzato spiega che c’è una festa a casa della zia Ciccitta e che tutti i giovani sono invitati. Dopo qualche minuto il permesso è concesso.

Quando Maria arriva con il suo fidanzato alla festa, si accorge che anche questo ballo è l’ennesimo tentativo delle zie vedove e zitelle per combinare incontri.
Niente è stato tralasciato: la schiera di sedie a destra per i giovani e quella a sinistra per le ragazze; il tavolo che abitualmente occupa il centro della stanza è stato, come di consuetudine, spostato in un angolo, al lato del quale, si trovano zia Gina, zia Pina, zia Concetta e zia Rosina! Le vecchie adorano ciarlare e tutte guardano con curiosità e sospetto il suo accompagnatore. Dopo poco tempo riescono a trascinarlo in mezzo a loro.
Così Maria libera da domande indiscrete, si guarda intorno.
C’è chi balla l’ultima canzone di Frank Sinatra, chi si lamenta e preferisce Nilla Pizzi, chi si scambia sguardi ammiccanti e arrossisce di se stessa, chi continua a sistemarsi il vestito per fare buona impressione, chi brinda e ride con gli amici, chi la guarda da quando è entrata...


Maria abbassa lo sguardo. È Salvatore, ed è un bel ragazzo.
Ha i lineamenti perfetti e gli occhi sono celesti come il cielo.
Si avvicina. Non può pensare seriamente di parlare con lei senza essere stato prima presentato. No, certo. Lui fa di meglio: le chiede di ballare.
Un leggero “sì” esce dalla bocca di Maria prima che arrivi alla testa.
Sente le farfalle allo stomaco.
Il suo sguardo è fisso in quello di lei; la sua mano sicura le cinge la vita con delicatezza. Poi il ballo finisce. Lei torna alla realtà. Ha gran parte degli occhi puntati addosso, il resto su Salvatore.
Che reazione esagerata! Era solo un ballo! …Era solo un ballo?

Maria tornò a casa piena di dubbi. Nel giro di un mese sciolse il suo fidanzamento.
Dopo qualche altro ballo Salvatore si presentò a casa di Maria, e chiese la sua mano.
Maria accettò.

Scegliere non è mai facile, ma se si è guidati dal cuore, non è poi così difficile.
Tra Maria e Salvatore, per usare le parole di un poeta, “Furono baci, furono sorrisi, poi furono soltanto i fiordalisi”.
Il loro fu tra i matrimoni più felici che si possono immaginare, ebbero tre figli e tra i tanti nipoti ci sono io.  

Martina

Domenica pomeriggio ai giardini

Credit photo: Anna

L'elettrocinesi di Lars Von Trier


Scheda
Il regista Lars Von Trier presenta al Festival di Cannes il suo ultimo capolavoro: Melancholia, grazie al quale Kirsten Dunst vince il Premio per la miglior interpretazione femminile.

Trama

Due sorelle si confrontano con le vicissitudini quotidiane in uno squarcio sulle loro vite normali deformate dall’imminente pericolo del pianeta Melancholia che si avvicina alla Terra.

Cast
Justine: Kirsten Dunst
Claire: Charlotte Gainsbourg
Michael: Alexander Skarsgård
John: Kiefer Sutherland
Gaby: Charlotte Rampling
Leo: Cameron Spurr
Dexter: John Hurt
Weddin Planner: Udo Kier
Jack: Stellan Skarsgård
Tim: Brady Corbet


Corpo e mente in collisione: un dipinto a tinte spaziali della turba psichica. 
Come passare 8 minuti a fissare un’incomprensibile quanto audace intro: sintonizzarsi sul proprio canale di massima emotività, lasciare da parte pregiudizi e paure derivanti dal timore naturale dei film targati Von Trier, e prepararsi ad un viaggio onirico in compagnia di Melancholia, nelle sale italiane da ottobre.

Parte 1: Justine
Tutto ha inizio con un matrimonio, eppure non sono i legami il vero cardine di questa stramba trama. Una famiglia a dir poco eccentrica accompagna una sempre meravigliosa Kirsten Dunst che interpreta il ruolo di un’ambigua donna, all’apparenza perfetta, messa alle strette dall’inquietante presagio di un imminente apocalisse, presentatoci con un allegro sguardo su personaggi forti, oscuri, viziati e fin troppo realistici. Di tutto parla il film, fuorché di famiglia. Però eccola lì, una fragile benestante accozzaglia di caratteri opposti: un padre sornione ai limiti dell’indecenza, una madre autoritaria e coraggiosa la cui sterilità sarà pari solo alla maestria dell’attrice, Charlotte Rampling, di renderla vivida e penetrante, una sorella ansiogena e mutevole, che si potrebbe azzardare dicendo che soffra di disturbi di bipolarità, e la protagonista, Justine, unico personaggio che racchiude tutto degli altri e che, allo stesso tempo, rimane oscuro fino all’ultima ripresa focalizzata sulle sue sottili labbra, increspate da un leggero tremore. Mitico il personaggio del wedding planner, unico elemento di normalità a tal punto da risultare grottesco in una compagnia decisamente sopra le righe. La denuncia dell’anomalia è dettata proprio dalle sue poche battute, che cercano di attrarre lo sguardo dello spettatore, ormai stordito ed ammaliato dall’incomprensibile, alla dura e concreta realtà di quello che sembra il filone base: l’insormontabile spietatezza dell’essere umani in una società che non lascia tempo alle vere sensazioni. L’inconsistenza dello sposo è, infine, talmente forte da non renderlo nemmeno patetico, ma ridicolo perfino nel momento di più profonda e alta critica mossagli dalla tagliente Charlotte Rampling, arcigna e schietta vipera che, inevitabilmente, lo pone in imbarazzo durante il peggiore discorso mai realizzato nella storia dei matrimoni cinematografici. Ma tutto ciò viene perdonato di fronte alla tenerezza angelica di Alexander Skarsgård (che probabilmente farebbe meglio a vestire, o svestire, i panni del vampiro in True Blood – famosa serie tv tratta dai libri di Charlaine Harris - piuttosto che di un invertebrato senza alcuna ragione d’essere), inondando la scena di una luminosità che verrà certamente anelata fino allo spasmo nella seconda parte del film.
L’attesa e il suo deleterio peso, rallentano volontariamente il ritmo della storia e rendono la trama un declino inarrestabile verso l’ignoto. Ogni cosa sembra non poter né dover accadere, eppure i tasselli sono spinti ad incastrarsi a forza. Incantevole la musica, che rapisce ad ogni singola nota, mentre risulta scattante, a volte fastidiosa, la ripresa, che con la sua velocità e distanza dalla scena costringe a sentirsi intrusi in questa storia che non ha un senso soltanto, ma mille direzioni e a seconda dell’occhio che vi si posa, assume varie e contraddittorie sfumature.
“Sei al tuo matrimonio, non sei arrivata nemmeno a metà strada”
La nebbia si dirada, il cavallo galoppa e, giù per il sentiero, la sposa corre, dice di aver provato a vivere un rapporto, ma forse non troppo. D’altra parte che duri 10 anni o un paio d’ore, il matrimonio non è quasi mai un patto vincente, a maggior ragione se Justine passa dall’euforia alla crisi depressiva non per semplice crollo esistenziale, bensì per una nota preconizzante che il personaggio acquista mano a mano che la presenza del cavallo, già utilizzata in senso figurato ed inquietante nell’Antichrist dello stesso regista, aggiunge con un tocco di compassione e riflessione nei confronti della natura, elemento chiave nel travagliato rapporto del regista (e in questo caso, anche scrittore) con la vita.


Parte 2: Claire
“Melancholia passerà dritto davanti a noi, e non ci sarà mai spettacolo più straordinario”: sembra quasi un’autocelebrazione mascherata da battuta chiaritrice (in effetti, era ora) dell’incastro narrativo, ma più probabilmente il vero motivo della presenza di questo breve passaggio è da ricondurre all’evidente stato di turbe mentali che verte sulla famiglia e che, tramite un simbolico parallelismo, viene esplicata con l’avvento di un elemento esterno pericoloso e fatale in arrivo sul pianeta. Andando a fondo nella questione si potrebbero vedere i personaggi come piccoli cosmi a sé, che incontrandosi danno luogo a continue esplosioni e scontri, tuttavia l’estrema lentezza e calma della trama, delle battute e della recitazione portano, invece, ad una sgradevole accettazione dell’impossibilità di amare ogni familiare, tanto da ridefinirne i membri quando gli istanti sono tutto ciò che rimane. L’attesa, ancora una volta, lede quel sottile strato di vetro che sorregge lo spettatore dal cadere nell’oblio, in questa seconda parte si può sentire chiaramente che un dettaglio sfugge, così col fiato sospeso si attende una spiegazione, una tragedia, nella speranza che la camera rapisca nuovamente il subconscio comune.
Ed ecco che Von Trier non tradisce, serve il suo piatto di angoscia mista ad amarezza, inaspettatamente con un guanto delicato, scegliendo la dolce via della placida distruzione: poco per volta ci regala un finale da capogiro realizzato con una maestria tale da meritare la pazienza che un genio così bizzarro può richiedere di fronte ogni sua opera. Infatti, guardare questo film sarà difficile come per il cavallo di Justine attraversare il ponte, qualcuno non lo farà per noia, qualcun altro per paura, altri perché riconoscono la poca digeribilità delle opere di Von Trier, ma per tutti coloro che hanno già attraversato il ponte, domando il proprio cavallo/subconscio, al di là di esso non troveranno ciò che si aspettavano, ed è giusto così.
“Eccolo è lì, il passato ravvicinato”.


Isabella

Gaga pigliatutto

Lady Gaga ha trionfato ancora.
Questa volta l’occasione è stata quella degli MTV Europe Music Awards 2011, svoltisi il 6 novembre scorso a Belfast, Irlanda del nord. 
La pop star si è aggiudicata ben 4 riconoscimenti sui 6 ai quali era stata nominata. Mentre alla nuova grande voce femminile del Regno Unito, Adele, è andato solo un Award, quello per Best UK & Ireland Act, decisione che ha fatto molto discutere.
Le categorie vinte da Lady Gaga, invece, sono: Best Fans, Best Female Award, Best Song e Best Video, gli ultimi due per la hit Born This Way.
L’artista siculo-americana si è anche esibita in una futuristica performance del brano Marry the night, brano che sarà presto pubblicato come singolo.
Ma tante sono state le esibizioni. Tra le più apprezzate quelle dei Coldplay, di David Guetta e dei Red Hot Chili Peppers. Questa edizione, infatti, è stata, dal punto di vista dei live, superiore rispetto alle precedenti. Soprattutto perché a chiudere la serata sono stati i Queen, vincitori del premio Global Icon (per i 40 anni di carriera), accompagnati da Adam Lambert, vincitore di American Idol 2009, con un medley di pezzi storici: The Show Must Go On, We Will Rock You e We are the Champions, accompagnati dalla standing ovation del pubblico.
La conduzione è stata affidata ad un’insignificante Selena Gomez, fidanzatina dell’idolo delle ragazzine, Justin Bieber, che durante la serata si è “aggiudicato” il premio come Best Male, battendo rivali del calibro di David Guetta, Eminem, Bruno Mars e Kanye West.
E’ palese quanto a contare in questa manifestazione, a volte, sia il peso del parere del pubblico e non la reale bravura degli artisti in nomination.

Anna

Un paese ci vuole

“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via.
Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”
C.Pavese

La luna e i falò non è solo l’ultimo romanzo di Cesare Pavese ma è anche il suo testamento spirituale. La carriera del narratore termina, infatti, con il suicidio.
La frase presentata è estrapolata dal primo capitolo dell’opera. Qui il protagonista, Anguilla, si confronta con una profonda riflessione maturata in lui nel corso del suo soggiorno in America.
Il significato della frase citata, e il tema pregnante del romanzo, è quello del “ritorno”: il ritorno al proprio paese natale (S.Stefano Belbo), che porta con sé il ritorno alle proprie origini, alla propria identità.
Colpisce subito la nostalgia con cui l’autore ricorda gli attimi di vita trascorsi fra le case, le strade e la gente del proprio paese. Non poteva esistere un mondo diverso da questo: il “paese” era il suo unico universo.
La curiosità che lo spinse verso nuove avventure era, in realtà, un dichiarato desiderio di andare lontano per ritornare un giorno ricco e più felice fra quelle colline.
Oggi, anche se lo scenario storico è mutato, l’esperienza vissuta da Anguilla sembra più che mai comune. Lasciare la propria realtà per andare alla ricerca di una fortuna maggiore, diversa da quella che la vita ha noi riservato, e il ritorno consapevole del vuoto che questo distacco ha in noi creato.

Valeria

Più nera non si può!

Avete voglia di un dolce amaro, che esalti le vostre papille gustative, coccolando anche il cuore? Questa è la torta che fa per voi!
La “Torta brasiliana” nasce in completa armonia con la sua terra. Gli ingredienti principali, infatti, sono il cacao ed il caffè, fondamentali colture del Sud America.
Il gusto è forte e deciso, ma l’assenza di burro e uova nell’impasto regala un’incredibile leggerezza e morbidezza.
Bassa difficoltà di preparazione e velocità nella realizzazione, fanno poi della “Torta del Brasile” uno dei dessert più gettonati quando si ha poco tempo e scarsa destrezza con i fornelli.

INGREDIENTI (x 6 persone):
FARINA: 200 gr
CACAO AMARO: 100 gr
ZUCCHERO: 240 gr
LATTE: 300 ml
LIEVITO PER DOLCI: una bustina
CAFFE’ SOLUBILE: un cucchiaio
SALE: un pizzico

PREPARAZIONE:

Versare in un contenitore tutti gli ingredienti. Prima di aggiungere il latte, scaldarlo. Frullare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Disporre in una pirofila rivestita di carta forno ed infornare a 180° per circa 20 minuti.

IL TOCCO DELLO CHEF:

Servire la “Torta brasiliana” spolverandola di zucchero a velo e decorando il piatto con del cioccolato liquido.
Non rimane che augurarvi buon appetito!

Valeria

"Cara futura me..."

Avete mai pensato a dove sarete tra una decina d’anni? Chi mai diventerete e cosa cambierà nelle vostre vite?
Sono domande che ognuno di noi si pone. Il futuro è un cruccio per l’umanità.  Però capita anche di ripensare ai vecchi trascorsi, a cosa vivevamo, a chi eravamo un tempo. E capita anche di non ricordare proprio niente! Sappiate che esiste un modo per riassaporare un po’ del tempo andato, grazie al sito http://www.futureme.org/. Scrivetevi un’e-mail e inviatela alla vostra casella di posta elettronica utilizzando il sito Future Me. Scegliendo la data d’arrivo, avrete notizie di voi dal passato! 
Anna

20 novembre

Accadde oggi:
nel 1910 lo scrittore russo Lev Tolstoj morì dopo essersi gravemente ammalato di polmonite. Lo ricordiamo grazie ad alcuni suoi romanzi che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo dell'introspezione romanzata, come Guerra e pace e Anna Karenina, ma anche per i suoi studi pedagogici e filosofici, che hanno ispirato la condotta non-violenta al Mahatma Gandhi.

nel 1989 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, il più completo ed importante strumento normativo internazionale di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia, che entrerà in vigore il 2 settembre 1990.

nel 1989 lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia morì a causa di un tumore. Durante la sua vita, ha saputo coniugare sapientemente l'attività politica con la sua passione per la scrittura. Partecipò, infatti, attivamente alla politica italiana, prendendo parte alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani e sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro. Un uomo che ha dato tanto per la lotta contro la mafia e che ha dimostrato un grande affetto per la sua terra, la Sicilia. E’ ricordato, infatti, soprattutto per i romanzi Il giorno della civetta e La scomparsa di Majorana, entrambi ambientati in terra sicula.

nel 2011, sì, avete capito bene, proprio oggi, voi state assistendo alla pubblicazione di “nerosubianco”, il blog che visiterete tutti i giorni per aggiornarvi sulle novità, riguardanti l’ultimo libro scritto, l’ultimo film girato, l’ultimo disco inciso e tutte le rubriche gestite dalla nostra Redazione.


Fausto