domenica 27 novembre 2011

Vent’anni dopo è ancora gloria

A vent’anni dalla sua morte, il mondo intero lo ricorda.
Indelebile nella memoria di tutti, Freddie Mercury, fondatore e frontman dei Queen, rock band britannica dai più considerata come la band più grande della storia della musica.
L’eclettico cantante morì di AIDS a soli 45 anni nella sua casa di Londra, il 24 novembre del 1991, il giorno dopo la pubblica confessione del suo grave stato di salute causato dal virus dell’HIV.
La morte di Mercury ha decretato anche la fine della band. Conseguenza comprensibile, dato che l’artista era capace di intrattenere milioni e milioni di spettatori grazie alla sua teatralità e al suo istrionismo. Infatti, la band è ricordata anche per essere la miglior live-band della storia. Epocale l’esibizione del 1985 al Live Aid, la migliore di tutto l’evento, che vide il gruppo esibirsi allo stadio di Wembley, Londra, davanti a 72.000 persone.
Il suo carisma coinvolgente, accompagnato da una dose non indifferente di sensibilità, lo hanno reso uno dei migliori e influenti artisti nella storia del rock.
Ma non bisogna dimenticare che Mercury è stato grande anche dal punto di vista prettamente canoro, grazie alle sue grandiose doti. Il cantante, infatti, riusciva a passare tranquillamente da ruggiti gutturali ad acuti cristallini.
Nonostante ciò, anche se in questi giorni l’artista è stato ricordato in tutto il mondo, duole pensare che nella sua patria d’origine, la Tanzania (per chi ancora non lo sapesse, Freddie Mercury nacque a Stone Town il 5 settembre del 1946) di lui non si faccia menzione, per riprovevoli questioni legate alla sua sessualità.
Meno male che la musica riesce ad andare ben oltre questi insulsi pregiudizi e che personalità del calibro di Farrokh Bulsara alias Freddie Mercury non ci lasceranno mai perchè hanno lasciato al mondo una traccia indelebile della loro presenza.
Anna

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