domenica 27 novembre 2011

Non aver paura di innamorarsi troppo

Francia/1988

Una donna sul suo diario:

Doveva esserci il mare.
Era una casa carina.
Bianca e colorata.
La mia stanza chiara, pulita, luminosa.
Ad una certa ora, musica.
Mai la stessa.
Restavo distesa sul letto ad ascoltarla.
Era blues e jazz.
Era Cuba e Paris.
Era la colonna sonora della mia vita.
Aspettavo qualcosa.
Aspettavo di vivere.
Poi quel giorno arrivò.


Francia/10 anni prima

Fumava una sigaretta quando un giorno, bussarono tre volte alla porta.
Louis entrò nella sua vita con un semplice:
-Salve, sono Louis. Disturbo?
Aveva uno strano accento francese.
Sorrise. C’era il mondo nel suo sorriso.
Portava dei pantaloni marroni, una camicia strapazzata e una bretella.
Teneva una valigia dalla forma strana con la mano sinistra e un cappello con la destra.
Fece un inchino. Non elegante, divertente.
La guardò negli occhi e disse:
-Questi sono per te; e dal cappello che teneva nella mano destra, sbocciarono dei fiori.
Così, meravigliosamente belli e profumati.
Louis andava spesso ai concerti della ragazza.
Giulia era la ragazza che suonava il sax e faceva concerti in un piano bar.
Louis era il ventenne figlio del proprietario del piano bar, perdutamente invaghito di Giulia.
Forse per la sorpresa dei fiori, o per il suo viso ingenuo, Giulia accettò di fare una passeggiata con Louis.
Gli disse che non lo avrebbe fatto aspettare. E mentre si vestiva nella toilette, Louis trovò sul tavolo lacci di scarpe, una scatola blu, un ombrello rosa e un libro.
Dopo pochi minuti eccola davanti a lui. La guardò. Lei arrossì.
Quando scesero i gradini, e il portone veniva chiuso alle loro spalle, una folata di vento le scompigliò i lunghi capelli neri.
Un altro sguardo, un altro sorriso e a Louis mancò il respiro.
Aveva deciso che l’avrebbe portata in un posto speciale. Il “The midnight”.
Luci soffuse e tavolini rotondi.
Ad un certo punto un uomo prendendo il microfono disse:
-Ladies and gentlemen, prego un po’ d’attenzione. È ormai tradizione che in questo locale ogni domenica, ci siano dei giovani coraggiosi e innamorati che vogliono dichiararsi pubblicamente. Salite! Questo è il vostro momento!
Un sonoro applauso si estese in tutto il locale. Uno dopo l’altro salirono sul palchetto.
Un ragazzo cantò una canzone d’amore, la stonò tutta.
Un altro si mise in ginocchio e pianse mentre chiedeva alla sua fidanzata di sposarlo.
Poi, pochi minuti di pausa, perché un atletico signore d’ottant’anni voleva cantare una canzone a tutti i costi, solo che il giorno degli anziani è il mercoledì. Alla fine salì sul palco e cantò.
Anche se non conosceva nessuno, Giulia era felice per quelle persone. E tutto il locale si divertiva.
Mentre le esibizioni andarono avanti, lei e Louis parlarono tra loro.
Giulia era nata e cresciuta in Francia, ma sua madre la chiamò così perché innamorata della tragedia Shakespeariana “Giulietta e Romeo”.
Mentre Louis, che era nato in Italia, aveva un nome francese, e non aveva la più pallida idea del perché.
Vuoi per i bicchieri di vino bianco, vuoi che per quella ragazza avrebbe fatto di tutto, anche Louis salì sul palco.
Cantò l’ultimo brano di Battisti. Dopo poche parole fu accompagnato da tutti i presenti. E lui, non era niente male.
Uscirono che era mezzanotte passata.
Camminando arrivarono al quartiere italiano. La strada principale era per Louis la via dell’ispirazione. Poco altro lo affascinava come quella via, a parte lei, disse sorridendo.
Le luci, i colori, tutto era magia. Al mattino la strada affollava dei sorrisi della gente. Persone sempre pronte a raccontarti la loro vita. I loro occhi, spiegava Louis, riflettevano la speranza di essere accettati in un paese che non è il loro, e la malinconia di una terra amata.
Camminarono tanto quella notte, e quando fu il momento, si baciarono sotto la luce di un vecchio lampione. Un bacio dolce lento caldo.


Italia/1998

Una donna al marito:
-Sai caro, non te l’ho mai detto, ma quella sera ti baciai, perché avevi scelto la canzone giusta.
Lui le diede un bacio dolce lento caldo.

Martina

3 commenti:

  1. Ma che bella questa storia!!
    Continua a scriverne altre ti prego!
    i ragazzi di oggi sono tutti dei truzzi e le tue storie mi fanno credere che esiste ancora il romanticismo a questo mondo.
    Ciao!

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  2. Bellissima questa storia... il cambiamento delle storie nel tempo... è vero che oggi i ragazzi così romantici è difficile trovarli... ma io amo sognare e penso che un giorno lo troveremo tutti il nostro principe azzurro.. che ci farà vivere ogni momento come il più speciale della nostra vita :)
    sei bravissima a scrivere:) continua cosi...
    le tue storie mi fanno andare 3 metri sopra il cielo :P
    Ciao Martina :))))

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  3. Truzzi o fighetti....maschietti o femminucce…non è quello il problema…secondo me il problema è proprio la mentalità ke subdolamente si sta andando a radicare nelle nuove generazioni….c’è qualcosa ke non va… tante cose sembrano superflue…sottintese…superate…le si danno per scontate o peggio non gli si dà + l’importanza ke meritano…. Eppure sono proprio quelle piccole cose che “insaporiscono” la vita e la rendono + bella! Forse anche per moda ,oggi ,alla parola “amore” si reagisce con una grassa risata e si fugge da quello che questo sentimento “idealmente” rappresenta…A VOLTE (per fortuna non è sempre così)ci si vanta delle proprie storielle frivole… e si tiene invece nascosto dentro ,quasi come una vergogna, un sentimento, quando ci accorgiamo ke questo inizia a prendersi da solo uno spazio ke non gli si vuole concedere …… Battisti dice “non dire niente….per non tradir la mente…è un leggero doloooooree ke però…IO NN SO + SOPPORTARE!”il problema qui è l’aver paura di innamorarsi TROPPO…oggi invece, ho l’impressione ke si ha proprio paura ad innamorarsi, e basta! Ma daiiiiiii suuuu ….“abbandonarsi senza + timori….non studiarsi , ubriacarsi di fiducia per uscirne finalmente fuoriii”….ma si va…..ascoltiamo Battisti con la speranza ke non sia l’unica consolazione a ciò!

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