“Per essere belle bisogna soffrire”, chi può saperlo meglio di noi donne? Tra tacchi a spillo, pulizie del viso e dolorose cerette, siamo le regine dell’agonia estetica, sopportiamo in silenzio pinzette e schiena a pezzi per essere soddisfatte dell’immagine che lo specchio ci riflette. Ma, in fondo, per un po’ di sana vanità non è mai morto nessuno, giusto?

Inutile dilungarsi sull’orrore, la crudeltà e la violenza che ognuna di queste creature subisce prima di morire. Non bisogna essere né animalisti né vegani per rabbrividire di fronte ad animali storditi a bastonate, alle loro pellicce strappate via mentre sono ancora vivi, a respiri, battiti cardiaci e spasmi che si protraggono per un periodo compreso tra i 5 e i 10 minuti dopo che sono stati scuoiati.
Ognuna di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa per ribellarsi a queste atrocità. Basta un po’ d’accortezza durante il nostro shopping: di certo ben poche studentesse possono permettersi pellicce di visone, ma non sarà certo difficile evitare giubbotti, stivali o guanti con il bordo di pelliccia. Davvero è così elettrizzante indossare un animale morto?
Concludo ricordando che le firme sono importanti: e non intendo le griffe! Sabato 10 e domenica 11 dicembre la Lega Anti Vivisezione (LAV) raccoglierà firme in tante piazze italiane per sostenere una proposta legislativa nazionale che metta fine all’allevamento, alla cattura in natura e all’uccisione di animali per farne pellicce.
Se questo fine settimana vi trovate a Catania, fate una passeggiata in Via Etnea: all’altezza di Savia, troverete il banchetto LAV dove potrete dare il vostro fondamentale contributo a questa causa.
Fonti:
grande verità, speriamo che finalmente qualcuno inizi a guardarla in faccia. Basta a queste torture!
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