“Per essere belle bisogna soffrire”, chi può saperlo meglio di noi donne? Tra tacchi a spillo, pulizie del viso e dolorose cerette, siamo le regine dell’agonia estetica, sopportiamo in silenzio pinzette e schiena a pezzi per essere soddisfatte dell’immagine che lo specchio ci riflette. Ma, in fondo, per un po’ di sana vanità non è mai morto nessuno, giusto?
Non del tutto: sono in 45.000 gli animali che muoiono ogni anno per mano delle industrie cosmetiche, a causa di inutili test sui prodotti finiti. Anche un coniglio albino ha indossato il nostro mascara; peccato che a lui non stesse poi tanto bene. Eppure, questa cifra non è poi così sconvolgente se ne aggiungiamo un’altra riguardante le pellicce, molto più grande: 200.000.000. Ci si perde tra gli zeri, ma quanti sono?! Come si leggono? Duecento milioni? Duecento milioni di vittime della vanità. Ogni anno nel mondo vengono uccisi duecento milioni di animali, dai cani ai lupi, dai gatti alle volpi, al solo scopo di rimpinguare il già fiorente mercato delle pellicce. Per intenderci: in Italia siamo 60 milioni, 60 milioni di esseri superiori (perché in fondo, gli altri, non sono “solo animali”?) che hanno il diritto e la presunzione di uccidere seguendo i motivi più disparati. Sono serviti 180 scoiattoli per questa pelliccia, ma non mi sta forse d’incanto?
Inutile dilungarsi sull’orrore, la crudeltà e la violenza che ognuna di queste creature subisce prima di morire. Non bisogna essere né animalisti né vegani per rabbrividire di fronte ad animali storditi a bastonate, alle loro pellicce strappate via mentre sono ancora vivi, a respiri, battiti cardiaci e spasmi che si protraggono per un periodo compreso tra i 5 e i 10 minuti dopo che sono stati scuoiati.
Ognuna di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa per ribellarsi a queste atrocità. Basta un po’ d’accortezza durante il nostro shopping: di certo ben poche studentesse possono permettersi pellicce di visone, ma non sarà certo difficile evitare giubbotti, stivali o guanti con il bordo di pelliccia. Davvero è così elettrizzante indossare un animale morto?
Concludo ricordando che le firme sono importanti: e non intendo le griffe! Sabato 10 e domenica 11 dicembre la Lega Anti Vivisezione (LAV) raccoglierà firme in tante piazze italiane per sostenere una proposta legislativa nazionale che metta fine all’allevamento, alla cattura in natura e all’uccisione di animali per farne pellicce.
Se questo fine settimana vi trovate a Catania, fate una passeggiata in Via Etnea: all’altezza di Savia, troverete il banchetto LAV dove potrete dare il vostro fondamentale contributo a questa causa.
Fonti:
grande verità, speriamo che finalmente qualcuno inizi a guardarla in faccia. Basta a queste torture!
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