venerdì 13 gennaio 2012
CuRiculum vitE - Il datore datato dell'azienda "Italia"
Credit video: Anna, Isabella e Fausto con la collaborazione di Ludovica e Lina
IO ero Shakespeare
<<IO ero Shakespeare? “Quello” Shakespeare? Ma soprattutto: sarei stata Shakespeare finché non fossi uscita da quel guaio?
Va bé, in ogni caso meglio che Kafka>>.
Gli uomini vengono da marte, le donne da venere. Tutti, almeno una volta, ne siamo stati fermamente convinti: “l’altro” non viene dal mio stesso pianeta, non parla la mia stessa lingua e soprattutto non ha le mestruazioni. Non abbiamo proprio niente in comune!
Invece, Rosa e William hanno tanto in comune. Tanto per cominciare, condividono lo stesso corpo. E dire che già è dura vivere nello stesso appartamento! Un’altra storia in bilico tra perfetta quotidianità ed assoluta inverosimiglianza. Un’altra protagonista femminile, anche stavolta spalleggiata da un’illustre figura maschile. Prima Gesù Cristo, ora William Shakespeare.
David Safier non si tira indietro: dà voce proprio a tutti.
Rosa ha tutti i motivi per voler cambiare vita, o almeno, per cercare distrazioni sovrannaturali: l’uomo che considera l’amore della sua vita sta per sposare un’altra, mentre lei ha superato i trent’anni, odia il suo lavoro da maestra elementare e – soprattutto – ha la cellulite, a differenza della futura moglie di Jan. Insomma, si sente in tutto e per tutto un cliché. Anche Bridget Jones è più ottimista e popolare.
Nessuna sorpresa dunque se un giorno, per portare almeno un po’ di brio nella sua vita, decide di farsi ipnotizzare da un sedicente mago. Potrà tornare alla vita attuale solo quando avrà scoperto cos’è il vero amore.
La vita di Rosa cambierà eccome. Eccola repentinamente catapultata in un mondo che non le appartiene: non solo si trova a Londra e non più a Wuppertal, la cittadina tedesca dove è nata e cresciuta, ma è anche tornata indietro nel tempo. Siamo nel XVI secolo, Elisabetta I è al trono e Shakespeare non ha ancora scritto Romeo e Giulietta. Come se non bastasse, lei ha il pieno possesso del corpo del drammaturgo inglese, ma può ancora sentire provenire “dall’interno” i pensieri di William. Tra i due inizia uno scambio di battute argute, di battibecchi che strappano sorrisi e tenerezza, di confidenze, insofferenza, risentimento e complimenti. La vecchia Rosa, piena di diffidenza verso gli uomini, è sparita. Allo stesso modo non c’è più William Il Deflagratore. Sono solo due individui che riescono pian piano a convivere davvero, nonostante le continue minacce di Francis Drake e Christopher Marlowe invidioso delle “loro” opere.
E’ dunque proprio Shakespeare il vero amore di Rosa? Finalmente un uomo di cui innamorarsi davvero, che ti capisce, ti ascolta, ti asseconda ed incoraggia. Una persona meravigliosa, da amare in ogni sua manifestazione. E solo dopo aver passato parecchio tempo in sua compagnia, la nostra protagonista capirà che ognuno di noi può ed ha già la chiave del vero amore: se stessi. Egocentrismo, forse? Al contrario. “Solo quando e se si ama se stessi si possono amare con tutto il cuore gli amici, la vita, il mondo… e persino il partner”.
Qualche risata in meno ma diversi spunti di riflessione in più in quest’ultimo romanzo dell’autore di Brema, più riflessivo ed incentrato sull’io. Quanti di noi sono effettivamente in grado di amare la propria personalità in maniera matura e cosciente? Quanto si può sperare di stringere relazioni profonde e durature con l’universo circostante se a volte non si ha neanche la voglia di guardarsi allo specchio al mattino?
L’autore della premiatissima serie tv Lolle riesce ancora una volta a stupire con la sua disinvolta capacità di combinare ironia e saggezza, riflessione e paradosso, in un terzo romanzo un po’ reale e un po’ magico, che nulla ha da invidiare ai due precedenti. Un’ottima lettura per chiunque: del resto, come non amare un libro che si apre con la premessa “da un punto di vista storico questo libro è straordinariamente privo di fondamento.” Sempre meno pretenzioso, sempre più geniale: David Safier non smette di stupire e divertire. Cosa dire di più? Magari un grazie alla mia amica Tommy, per questo “spontaneo” regalo di compleanno!
Ambra
mercoledì 11 gennaio 2012
Ritorno alla ribalta
Da tempo circolano indiscrezioni sul ritorno in scena di una delle rock band che ha segnato la storia della musica a partire dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Parliamo dei Queen ovviamente che, dopo la morte del fondatore e frontman Freddie Mercury nel 1991 e l’abbandono del bassista John Deacon nel 1997, si sono ritirati dalle scene musicali, anche se non del tutto.
La band, infatti, nel 2004 ha assoldato tra le proprie righe Paul Rodgers, voce dei Free e dei Bad Company, costituendo così la collaborazione nota come Queen + Paul Rodgers, ed è tornata sulle scene con una tournée mondiale, il cui successo ha indotto il gruppo a pubblicare non solo una raccolta dei brani eseguiti live ma anche un album di inediti, dopo ben 12 anni di silenzio discografico.
In molti hanno criticato queste scelte, vedendo in questo ritorno una forzatura per cercare di riesumare la band, perché è universalmente noto quando sia impossibile cercare di sostituire Mercury, e questo May e Taylor lo sanno bene!
Ma, impermeabili alle critiche, il duo sta pensando bene di mettere fine alle apparizioni fugaci della durata di un paio d’anni e di ritornare finalmente in pista con una nuova formazione e la scelta della nuova voce sembra essere caduta su Axl Rose, controverso fondatore e leader dei Guns N’ Roses.
La notizia non è stata ancora confermata ma neanche prontamente smentita, quindi può non essere del tutto infondata. Però è anche vero che parecchie volte si è parlato di un ritorno della band segnato dalla scelta di una nuova voce. Recentemente, infatti, si era parlato di altri due possibili nuovi cantanti: Robbie Williams e addirittura Lady Gaga. Nessuna di queste voci comunque ha trovato conferma e forse per questo adesso esce fuori il nome di Axl Rose, ma una cosa è certa: per i Queen “the show must go on”!
Anna
martedì 10 gennaio 2012
La quasi guerra
Scheda
Trama
Cast
Mikheil Saakashvili, il presidente della Georgia: Andy García
“In guerra, la verità è la prima vittima” Eschilo
Il regista Renny Harlin presenta quest’anno il primo film che tratta gli avvenimenti succedutesi nel 2008 nell’Ossezia del Sud: gli scontri tra la Georgia e la Russia durati 5 giorni, durante i quali si stavano svolgendo le Olimpiadi di Pechino, motivo per il quale le tv non hanno mostrato interesse eccessivo per il genocidio e hanno definito la battaglia come una “quasi guerra”. Dal titolo mutevole, che sia “5 days of war” oppure “5 days of August” o “City in fire” - a seconda del luogo di distribuzione – questo si presenta come un esotico ritratto di un mondo invisibile dove una guerra è una ferita aperta e pulsante ma sotto silenzio, provocatrice più di dubbi che di risposte ma almeno stimolatrice di fari su una questione spinosa: “questi posti sono bellissimi, ma dopo arriva la guerra e il mondo li guarda appena”, perché?
Trama
Un reporter di guerra e il suo cameraman rischiano la vita per diffondere in tutto il mondo la verità sui crimini perpetuati dalla Russia nei confronti degli Osseti, sullo sfondo la storia di una famiglia in frantumi e di una bambina coraggiosa che ha informato l’Occidente.
Cast
Mikheil Saakashvili, il presidente della Georgia: Andy García
Michael Stilton, reporter Inglese di guerra: Kenneth Cranham
Chris Bailot, segretario di Saakashvili: Dean Cain
Tatia, ragazza Georgiana: Emmanuelle Chriqui
Thomas Anders, reporter Americano: Rupert Friend
Sebastian Ganz, reporter Inglese: Richard Coyle
Rezo Avaliani, ufficiale Georgiano: Johnathon Schaech
“Dutchman”, giornalista Tedesco: Val Kilmer
Zoe, reporter Americana: Antje Traue
Miriam, reporter Americana: Heather Graham
Viaggiare è possibile anche osservando le tradizioni di un popolo tramite uno schermo, fino a che tutto non viene squarciato dall’urlo di un’ugola arrossata: la guerra maledetta che non si è mai sopita. Se non sapete nulla di ciò che viene descritto in questo film non crogiolatevi nell’idea della vostra gioventù, non si è mai troppo giovani per conoscere la storia, soprattutto quando questa è così recente: nella notte tra il 7 e l’8 agosto 2008 l’Ossezia del Sud viene pesantemente attaccata dalla Georgia con conseguente coinvolgimento della Federazione Russa. Nonostante le grandi critiche mosse a questa produzione per aver ricevuto appoggio finanziario da Koba Nakopia, membro del partito del Movimento dell’Unità Nazionale a cui aderisce il presidente della Georgia Mikheil Saakashvili (dapprima la pellicola doveva essere finanziata direttamente dal governo georgiano ma le polemiche hanno evitato questa palese categorizzazione del punto di vista nello scontro), l’opera si snoda su di un filone drammatico ma anche sentimentale, infatti si riconoscono i battiti della paura, ma anche dell’amore, la sensazione di impotenza ma anche di gratitudine nei confronti di chi riporta un avvenimento mostrando che il buono o il cattivo non è mai un popolo soltanto e che la storia è fatta dalle grandi decisioni degli uomini politici ma anche dai piccoli gesti di un soldato russo che si ribella e salva la situazione. La perdita è il tema imponente che intristisce lo spettatore, però non soltanto fisica, cioè del familiare (parecchie scene fanno saltare il cuore in gola per la sensazione di “sporcizia” e coinvolgimento che provocano, in netto contrasto con l’asettico carattere delle scene di ambiente governativo), bensì perdita di umanità, coraggio, dignità, ma soprattutto privazione della consapevolezza di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Cercare di giudicare la fazione buona o cattiva è semplice nella finzione, ma difficile nella realtà; sentirsi coinvolti nel dolore e provare un’infinita gratitudine per i veri giornalisti che rischiano e perdono le loro vite per portare alla luce le malefatte del governo è inevitabile, o forse così dovrebbe visto che queste storie finiscono per lo più nel dimenticatoio.
La fedeltà al proprio paese: “Io non scapperò. Ho combattuto troppe guerre per mantenere la Georgia libera”, l’impegno di tutti nel testimoniare gli avvenimenti più distanti ad ogni costo: “Più di 500 reporter sono stati uccisi negli ultimi 10 anni”, l’invidiabile sangue freddo di chi passeggia tre le mine “Vicini vicini, è solo una guerra!”, sono solo alcuni dei messaggi che traspaiono da questo film e sono tutti utili a dimostrare che i gesti importanti non riguardano solo l’informazione, ma richiedono anche l’azione di chi vuole dire basta alla violenza e allo sfruttamento delle vite umane sulla base di profitti economici e servigi politici.
Un pensiero va a chi combatte la guerra senza armi in mano e a chi con una sola videocamera ci permette di conoscere, se per un attimo distogliamo lo sguardo dall’Olimpiade di turno, la verità su una grossa fetta di umanità che, per sua sfortuna, è fin troppo lontana dall’occhio dei media.
“In guerra, la verità è la prima vittima” Eschilo
Isabella
L'insostenibile leggerezza di Facebook
“…in malattia e salute, per amarti e curarti teneramente, finché la morte non ci separi”.
William e Kate, una favola moderna. Neanche tanto, visto che Walt Disney Cenerentola e la Bella Addormentata te le riassume in un’ora e mezza, mentre il loro matrimonio ce lo siamo trascinato per mesi e mesi. Lo hanno definito “il matrimonio del secolo”. Ma, per essere davvero coerente con la nostra realtà, la promessa di matrimonio sarebbe dovuta essere un po’ diversa. Che ne so, sarebbe stato più adatto un “finché Facebook non ci separi”.
A quanto pare quell’ordinario social network dai colori così tenui ed innocui è in realtà la causa del 33% dei divorzi.
Quanto ci sorprende questa notizia? Poco. Facebook ci apre un vero ventaglio di possibilità “infedeli”. Gente che spunta fuori dal passato, amici che non sono mai stati solo amici, conoscenti che vorremmo tanto conoscere meglio. Volubili o no, è davvero facile mettere un “mi piace” inappropriato, lasciarsi scappare un commento ammiccante o contattare persone che, per il bene della coppia, sarebbe meglio lasciare in un angolo. Per non parlare poi dei “si trova qui”, modo immediato ad assolutamente pubblico per osservare gli spostamenti dei propri contatti.
Eh già, perché un messaggio puoi cancellarlo dal telefonino, se si è abbastanza attenti da ricordarsene. Invece tag, commenti e stati personali sbucano fuori a distanza di anni.
Sono rimasta davvero sorpresa la prima volta che, nella colonnina di destra mi è apparso: “Ciccio Pasticcio, oggi nel 2009, ha scritto: bla bla bla”. Internet non perdona, soprattutto se il rapporto con la tecnologia non è dei migliori.
In realtà anche il vecchio caro MSN Messenger causava problemi di coppia. Insomma, non ricordavo che Messenger salvasse le conversazioni in veri e propri documenti consultabili in qualsiasi momento. Lo ricordava bene invece uno dei miei ex. Quella volta scappai in garage, in modo da staccare il contatore e far spegnere il mio computer, così da interrompere la sua interessante lettura.
Bisogna davvero stare attenti a quello che scriviamo, perché è accessibile in modo sorprendente. Molti datori di lavoro non esitano a stalkerare la bacheca di dipendenti o aspiranti lavoratori, mentre avvocati, giudici e corti stanno iniziando ad utilizzare i post come fonte di prova, in caso di separazione o divorzio.
Fortuna che all’epoca avevo solo sedici anni e nessun vincolo matrimoniale!
Ambra
lunedì 9 gennaio 2012
Riscaldiamo il freddo
Prendere un caffé è sicuramente il modo migliore per concludere un ricco pasto, ma se la bevanda in questione contiene più calorie delle portate precedenti, c’è da “frenare” la gola e attenzionare la linea.
La ricetta che proponiamo questa settimana, arriva dalla Danimarca e ricalca pienamente lo stile “pesante” e ricco di grassi della cucina nord europea. Patate, carne e panna, infatti, sono spesso utilizzati, rivendicando il loro bisogno fisiologico in un clima che, come quello di questo territorio, è molto freddo.
Il Caffé alla Danese è una delle bevande che accompagna i lunghi e rigidi inverni di questa nazione scandinava. Qui, dove è celebre il culto del chicco di caffé chiaro ed aromatico, il Danske rientra a pieno titolo fra i soft drink più amati.
Le indicazioni da seguire sono molto semplici e la preparazione implica pochi minuti.
Non lasciarsi rapire dal sapore intenso di questa bevanda sarebbe un errore.
In fondo, potete sempre pensare di iniziare la dieta post-festività da “lunedì”!INGREDIENTI (x una persona):
CAFFE’ (MOLTO FORTE): una tazzina
ZUCCHERO: 2 cucchiaini
ACQUAVITE: un bicchierino
PANNA LIQUIDA O MONTATA: un cucchiaio
PREPARAZIONE
Versate lo zucchero in un bicchiere e fatelo sciogliere con una parte del caffé caldo.
Aggiungete quindi l’acquavite e la rimanente parte del caffé preparato.
Adagiate adesso la panna in modo da non mescolare gli ingredienti tra di loro.
IL TOCCO DELLO CHEF
Una leggera spolverata di cacao esalterà il retrogusto acidulo creato dal contrasto fra il caffé e l’acquavite.
Valeria
domenica 8 gennaio 2012
Ira funesta sfogati pure
Spaccare gli oggetti per sfogare le proprie frustrazioni è un’usanza abbastanza comune tra le persone, specialmente tra le donne. Solitamente però, questo istinto violento che spinge a rompere tutto ciò che capita sotto mano provoca danni ad oggetti utili e di valore.
La soluzione è stata recentemente trovata da un commerciante cinese della provincia di Shenyang in Cina, che ha aperto un particolare “negozio” dove ogni donna frustrata può finalmente sfogare la propria rabbia sugli oggetti senza doversi preoccupare di rompere qualcosa.
La soluzione è stata recentemente trovata da un commerciante cinese della provincia di Shenyang in Cina, che ha aperto un particolare “negozio” dove ogni donna frustrata può finalmente sfogare la propria rabbia sugli oggetti senza doversi preoccupare di rompere qualcosa.
Il meccanismo è molto semplice: il negozio permette a tutte le donne che vogliano usufruirne di rompere ogni cosa che capiti loro sotto tiro, utilizzando però solamente una mazza da baseball ed avendo a disposizione un minuto per distruggere tutto ciò che vogliono in modo da permettere a tutte di sfogarsi, date le immense code venutesi a creare all’ingresso del negozio; inoltre, per chi lo volesse, c’è anche l’opportunità di strappare fogli di carta o lanciare piatti.
Gli interni del negozio sono stati divisi in varie zone che riproducono minuziosamente le stanze di una casa: il bagno, la stanza da letto, il soggiorno e, prossimamente, anche la cucina. Wang Jingyu, il business manager che ha realizzato il progetto, dichiara di aver voluto realizzare questo spazio per permettere alle donne di "venire e sentirsi come a casa propria, solo senza limitazioni e senza doversi preoccupare di quello che rompono".
Lo stesso tiene a precisare che tutti gli oggetti presenti nel suo negozio sono veri, solitamente utensili di seconda mano o rotti, in modo da rendere ancora più reale lo sfogo.
Il signor Wang ha prestato la massima attenzione anche alla sicurezza delle donne, infatti, queste ultime vengono ricoperte con delle speciali protezioni per evitare che si facciano male da sole.
Per invogliare le clienti ad entrare il proprietario ha ideato uno stratagemma alquanto redditizio affermando che chiunque effettui un acquisto di almeno 5 cash, non pagherà per sfogarsi.
Tra le clienti più frequenti ci sono studentesse universitarie continuamente sottopressione per gli esami, le giovani donne in carriera frustrate per problemi lavorativi o per problemi finanziari e anche le giovani con cuori spezzati che sfogano la loro rabbia nei confronti degli uomini distruggendo oggetti che spesso associano a questi ultimi.
Per invogliare le clienti ad entrare il proprietario ha ideato uno stratagemma alquanto redditizio affermando che chiunque effettui un acquisto di almeno 5 cash, non pagherà per sfogarsi.
Tra le clienti più frequenti ci sono studentesse universitarie continuamente sottopressione per gli esami, le giovani donne in carriera frustrate per problemi lavorativi o per problemi finanziari e anche le giovani con cuori spezzati che sfogano la loro rabbia nei confronti degli uomini distruggendo oggetti che spesso associano a questi ultimi.
All’ingresso del negozio c’è una sola limitazione, un grosso cartello che recita "Vietato l’ingresso agli uomini".
Yvonne
8 gennaio
Accadde oggi:
nel 1935 nasce a Tupelo (Mississippi) Elvis Presley, celebre cantante, chitarrista e attore statunitense.
Il suo nome rimarrà nella storia con l’appellativo di The King o Re del Rock and Roll.
The Pelvis fu stimato anche per i caratteristici movimenti del bacino e per la sua presenza scenica, con la quale ha avuto un forte impatto sulla cultura, non solo americana, ma mondiale.
Escludendo 6 concerti tenuti in Canada, Elvis non si esibì mai fuori dagli Stati Uniti.
Oggi, a più di un trentennio dalla sua morte, il suo nome è ancora leggenda!
nel 1962 la Monna Lisa di Leonardo da Vinci viene esposta per la prima volta negli USA, prima presso il National Gallery of Art di Washington, e poi al Metropolitan Museum di New York. L’evento ebbe una forte risonanza tra la popolazione: l’opera, infatti, fu vista da circa un milione e settecentomila visitatori.
nel 1998 Saul Perlmutter (Premio Nobel per la Fisica nel 2011) del Berkeley Lab annuncia che i dati sulla supernova la, particolare tipologia che non contiene elio, indicano un universo in accelerazione che si espanderà per sempre. L'Universo accelerante implica che la velocità a cui una galassia si allontana dalle altre aumenta nel tempo. La scoperta è da considerarsi importantissima in quanto, in scenari più catastrofici, si potrebbe ipotizzare che il risultato finale di tale processo sarà il disgregamento di tutta la materia dell’universo.
nel 1999 un solo voto salva Bill Clinton, Presidente americano, dall'accusa di aver mentito sui rapporti intrattenuti con la stagista Monica Lewinski. Lo scandalo sessuale, noto giornalisticamente come Sexgate influenzerà la seconda presidenza di Clinton.
nel 2009 viene scoperto sulle Dolomiti un nuovo fiore, una specie sconosciuta di Genziana blu. Alessio Bertolli e Filippo Prosser, ricercatori del Museo civico cittadino di Rovereto, sono gli autori di tale scoperta. Il fiore sottoposto allo studio degli esperti è stato inserito in Willdenovia, rivista internazionale di botanica.
Valeria
martedì 3 gennaio 2012
Il mio spirito natalizio
Credit video: Anna e Martina, con la collaborazione di Eugenia
domenica 1 gennaio 2012
A Natale non servono i colori
Credit video: Matteo
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