lunedì 19 dicembre 2011

Il giorno in più di Fabio

<<E’ tanto che aspetti? Più o meno trentacinque anni. >>

E’ così che si conclude il quarto libro di Fabio Volo, romanzo che parla della storia di Giacomo, un uomo ormai troppo oppresso dalla monotonia, da una vita sempre uguale che si ripete ogni giorno, ma che viene finalmente stroncata dall’incontro di una ragazza sul tram, Michela. Quest’incontro diventa per Giacomo ragione di vita ogni mattina, ancor di più quando Michela lo invita per un caffé.
Ma il destino ha in serbo per loro una brutta sorte.
Michela accetta un lavoro editoriale a New York e Giacomo decide di seguirla dando finalmente un taglio alla sua monotonia.
I due si ritrovano ad ideare un gioco: un fidanzamento con scadenza. 
Ma il destino vuole ancora giocare con loro, portandoli sino ad un punto di non ritorno nel quale capiranno se ne è valsa o no la pena.
Questa è la storia dei due protagonisti del romanzo di Fabio Volo che, con la regia di Massimo Venier, è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 2 Dicembre 2011,  incassando già la bellezza di quasi un milione e mezzo di euro in sole due settimane.
Ma perché cosi tanto clamore per un film quando solo quattro anni prima la stessa storia veniva pubblicata dalla Mondadori?
Forse perché le ultime generazioni non sono più capaci di rilassarsi su un comodo divano illuminato da una luce soffusa, per assaporare le pagine di un libro che parla da se o forse perché ormai è diventato molto più semplice guardare un film al posto di trascorrere il proprio tempo libero leggendo.
Negli ultimi giorni nelle librerie è anche uscita una nuova versione del libro con delle immagini che illustrano i luoghi descritti da Volo nel corso del suo racconto.
Ma illustrare un libro e farne un film significa limitare l’immaginazione di chi legge, perché leggere veramente significa gustare quelle pagine una ad una, sentendone il profumo, immedesimandosi nella parte di uno dei personaggi tanto da rispecchiarsi in quest’ultimo, immergendosi in quella storia che sembra parlare di te, dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti e dei tuoi problemi, sempre con l’ansia di scoprire cosa nasconde il capitolo successivo e con la speranza di trovare, alla fine della storia, una morale che possa farti crescere o una soluzione che risolva i tuoi problemi.
Ed è proprio questo che caratterizza i romanzi di Volo: la capacità di mettere su carta i pensieri più o meno nascosti che ognuno di noi possiede, scavando dentro i desideri più remoti in cui speriamo e tutto sempre con l’ironia pessimistica e allo stesso tempo benevola che lo contraddistingue.
Ma forse la necessità di spopolare più del dovuto ha intaccato la rispettabilità di Volo, portando i suoi appassionati lettori quasi a disprezzarlo.
Infatti, analizzando meglio il film ed il libro, si notano subito delle differenze: è lo  stesso Volo il protagonista della storia, lo stesso Volo che asseconda le scelte del tutto arbitrarie del regista che decide di tagliare alcune scene, modificarle e addirittura aggiungerne delle nuove con personaggi del tutto sconosciuti al libro, come nella scena finale nella quale intervengono numerosi nuovi personaggi ed una lettera, scritta da Giacomo a Michela, che invece nel libro non viene nemmeno menzionata.
In questo modo il regista ha modificato il significato, ma sopratutto la particolarità del romanzo che Volo era stato capace di non rendere una storia da romanzo rosa o una storia banale e strappalacrime.

Yvonne

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